20 associazioni del FVG Under 35.

Un progetto indipendente organizzato dal basso.

1000 m2 di allestimenti per 1 mese di eventi.

Uno spazio inedito che verrà demolito: recupero urbano e arte contemporanea nel centro storico di Udine.

Ora la sfida più grande: finanziare il progetto attraverso la rete con il crouwdfunding!

2043 QUI – PALAZZO conTEMPORANEO

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Di più su palazzocontemporaneo.tumblr.com

A volte basta chiedere.

Con questo spirito un gruppo di giovani friulani rigorosamente under 35, riuniti nel comitato U.P.I.M. (Udine Prova ad Immaginarsi Migliore), si è presentato alla Rizzani de Eccher a chiedere in prestito il famoso palazzo UPIM, da più di un anno al centro delle polemiche che riguardano il progetto di riqualificazione a firma del famoso architetto Rafael Moneo.

La proposta con la quale il comitato, composto da Paolo Ermano, Elena Tammaro, Federica Manaigo, Gloria Deganutti, Dario Francescutto e Alessandra Petruccelli, ha bussato alla porta dell’azienda di Pozzuolo richiama iniziative già in voga in molte capitali europee: recuperare uno spazio abbandonato per proporre nuove forme di comunicazione culturale e artistica.

Come ci hanno raccontato, il loro progetto consiste nell’offrire gratuitamente ad alcune associazioni e ad artisti del territorio uno spazio in cui proporre una loro visione di quello che potrà essere il futuro, in Friuli, fra 30 anni: “2043 qui” sarà infatti il tema di questa mostra straordinaria che aprirà in Aprile e durerà solo un mese. “L’elemento simbolico dell’evento è la provvisorietà: l’area espositiva, uno spazio che nessuno ha più visitato da 20 anni almeno, potrà di nuovo essere visitata per solo un mese, prima che demoliscano definitivamente il palazzo e con esso le opere dell’allestimento. Vi è poi un elemento artistico di rilievo: la vista su Piazza Libertà da quelle finestre è davvero mozzafiato”, dice Paolo Ermano, presidente del Comitato.

La De Eccher si è dimostrata subito molto sensibile al tema e ha concesso gratuitamente un intero piano dello stabile (circa 1000 m2) da riempire grazie al lavoro di 20 associazioni culturali provenienti da tutta la regione, da Muggia a Sacile. “Si tratta di coinvolgere circa 150 persone, tra membri delle associazioni e volontari, tutti gratuitamente. Noi del comitato organizzatore garantiremo la fruibilità del palazzo installando i dispositivi elettrici e di sicurezza, producendo il catalogo e curando la parte artistica grazie alla supervisione dell’associazione culturale Etrarte”, continua Ermano. “All’indirizzo palazzocontemporaneo.tumblr.com e sull’omonima pagina di facebook chiunque potrà seguire lo sviluppo del progetto e potrà presentare le sue proposte per gli allestimenti negli spazi che abbiamo lasciato appositamente ancora liberi”.

Un’altra particolarità su cui pongono l’attenzione i promotori è proprio la natura artistica e culturale dell’iniziativa. Elena Tammaro, membro del comitato e dell’associazione Etrarte, aggiunge: “Oltre alla provvisorietà, all’età dei partecipanti (under 35) e alla territorialità dell’evento, un aspetto su cui puntiamo molto è la produzione dal basso. In tempi di crisi è sempre più difficile reperire fondi da enti pubblici e da imprese private. Tuttavia è proprio in questi momenti che c’è più bisogno di incontrarsi, discutere, creare e il nostro progetto ha proprio queste finalità”.

Il reperimento dei fondi è, come sempre, uno dei problemi più annosi da risolvere. “Abbiamo trovato molta disponibilità da parte delle imprese quando si è trattato di chiedere delle prestazioni o dei beni, ma non basta: servono comunque dei fondi per pagare il catalogo, l’impianto elettrico e tutto ciò di cui necessitiamo e che non siamo riusciti a recuperare” aggiunge la Tammaro.

Ecco allora l’idea di innovare anche le modalità di finanziamento del progetto. “Visto che per noi è imprescindibile l’ingresso gratuito all’esposizione”, dice Federica Manaigo, “abbiamo pensato di chiedere poco a tanti ricorrendo al crowdfunding e alle donazioni”.

Il crowdfunding è una modalità di finanziamento dal basso che sfrutta i social network per chiedere a chiunque fosse interessato una piccola donazione, da 1€ in poi, a sostegno del progetto. “Pensi, lo utilizzano anche al Louvre per finanziare l’acquisto di opere d’arte, come nel progetto Tous Mecenes [“Tutti Mecenati”, nda]. Noi per lo stesso fine utilizziamo un sito italiano shinynote alla voce «Udine prova a immaginarti migliore». Non tutti però usano i social network o hanno familiarità con il pagamento on-line stile Pay-Pal”, commenta la Manaigo, “per questo vorremmo organizzare nei weekend dei banchetti vicino al palazzo UPIM dove chiunque potrà contribuire alla realizzazione del progetto”.

Ma siete sicuri di raggiungere così il risultato?

“È un rischio, lo sappiamo, e noi siamo comunque intenzionati a portare a termine il progetto”, chiosa Ermano, “ma se non si rischia oggi, se non si sperimentano nuove modalità, come speriamo di uscire da questa crisi? E poi, a volte basta chiedere”.